Versi e prose di monsignor Bernardino Baldi da Urbino abbate di Guastalla. De i versi. La nautica, L'egloghe miste, I sonetti romani, Le rime, varie, La favola di Leandro di Museo. Delle prose. Un dialogo della dignità, L'arciero overo della felicità del principe dialogo, La descrittione del palazzo d'Urbino. Cento apologi
Autore: BALDI, Bernardino (1553-1617)
Tipografo: Francesco de' Franceschi
Dati tipografici: Venezia, 1590
4to (218x157 mm). [12], 9-118, [4], 119-614, [2] pp. Collation: a6 B-O4 P4+2 Q-Z4 Aa-Zz4 Aaa-Zzz4 Aaaa-Hhhh4. Printer's device on title page. Woodcut head- and tailpieces. Contemporary limp vellum with inked title on spine (sightly soiled and stained, traces of ties). On the front pastedown bookplate of Count Giacomo Manzoni (1816-1889, cf. Catalogue de la Bibliothèque du feu M. Le Comte Jacques Manzoni, première partie, Città di Castello, 1892, p. 10, no. 94), on title page old manuscript ownership's entry “Monasterii Astinesis”. Light browning and staining, a few gathering more heavily browned, a very good, genuine copy.
FIRST EDITION of Baldi's collected literary works dedicated to Francesco Maria II della Rovere, Duke of Urbino. The volume opens with a long didactic poem, La Nautica, which is dedicated to Ferrando Gonzaga, Prince of Molfetta. It has some preliminary verses addressed to Baldi and with his answers (e.g., by Torquato Tasso, Giuliano Goselini, Muzio Manfredi, Stefano Guazzo, and many others). The work, in four books (pp. 23-1159), condenses most of the knowledge about the art of navigation of the time, including ship building, astronomical, meteorological and geographical notions (cf. G. Zaccagnini, Le fonti della ‘Nautica' di Bernardino Baldi, in; “Giornale storico della letteratura italiana, 40, 1902, pp. 366-396; see also C. Spalanca, ‘La nautica' di Bernardino Baldi fra scienza e letteratura, in: “Letteratura e scienza nella storia della cultura italiana”, V. Branca, ed., Palermo, 1978, pp. 452-464).
There follow his eclogues (14, pp. 120-266), dedicated to Ranuccio Farnese, Prince of Parma (cf. F. Venturi, Bernardino Baldi e la tradizione dell'egloga nel Cinquecento, in “Giornale storico della letteratura italiana”, 622, 2011, pp. 249-58), and an epitalamium on the marriage of Beatrice degli Obizzi.
The Sonetti romani (pp. 275-304, on pp. 305-306 is a list of the monuments described), dedicated to Francesco Maria della Rovere, were written during Baldi's sojourn in Rome in the years 1586-1587. They may be linked to those composed by Joachim Du Bellay (Antiquitez de Rome, 1558). The fifty-two sonnets describe buildings and works of art of antique Rome. The order of the sonnets follows the usual touristic itinerary from Porta del Popolo to Porta San Paolo (cf. G. Röllenbleck, Das Ende des Humanismus im 16. Jahrhundert: Bernardino Baldis ‘Sonetti Romani', in: “Studia Humanitatis, Ernesto Grassi zum 70. Geburtstag”, München, 1973, pp. 149-160; see also I. Filograsso, I ‘Sonetti Romani', di Bernardino Baldi, in: “Bernardino Baldi (1553-1616), studioso rinascimentale: poesia, storia, linguistica, meccanica, architettura”, E. Nenci, ed., Milano, 2005, pp. 55-79).
The Rime varie (pp. 309-360) contain “quarantacinque testi comparsi nella raccolta veneziana di Versi e prose del 1590, dedicati all'urbinate Vittoria Galli in data novembre 1588: ma la composizione – in quanto avvenuta, come dice proprio Baldi ‘in tempi diversi' prima dell'ordinazione – dovrebbe così risalire alla prima metà degli anni '80 circa. Si tratta per lo più di sonetti encomiastici (alla stessa Galli e al figlio Narciso, a Ferrante Gonzaga, a Girolamo Pallantieri e alla moglie, al poeta Muzio Manfredi autore della tragedia Semiramide, eccetera), imbastiti con un linguaggio sostenuto e un robusto apparato classico e mitologico. Di un qualche interesse è un piccolo nucleo di componimenti sulle arti figurative, in particolare due ampie canzoni […] l'una cioè alla pittura e l'altra alla scoltura” (M. Volpi, Bernardino Baldi lirico, in: “Bernardino Baldi (1553-1616), studioso rinascimentale: poesia, storia, linguistica, meccanica, architettura”, E. Nenci, ed., Milano, 2005, p. 26).
To Baldi's lyric compositions follow his prose dialogues(cf. V. Caputo, ‘Leggendo Platone': Bernardino Baldi tra scritti dialogici e scritti biografici, in: “Studi Rinascimentali”, 18, 2020, pp. 129-140).In the first work, written in 1587 and entitled Della Dignità (pp. 361-398), dedicated to Vespasiano Gonzaga, Duke of Sabbioneta, a dialogue between Fronimo and Nemesio, Baldi establishes a strong link between the concept of dignity and that of happiness. There is a correspondence between this dialogue and the following, L'Arciero ovvero della felicità del principe (pp. 399-502, ‘The Archer or on the happiness of the Prince'). The two dialogues assume the features of two complementary paragraphs of a common reflection, directly linked to the figure of the prince. There is an explicit relationship between ‘dignity', belonging to the private sphere, and ‘happiness', belonging to the public sphere, since the first must have as its end the achievement of the second. A similar argument can be found in the homonymous dialogue written by Torquato Tasso in 1581, which greatly influenced Baldi (cf. V. Caputo, ‘Dignità' e ‘felicità'. Note su Bernardino Baldi e Torquato Tasso, in: “L'Io felice. Tra filosofia e letteratura”, Milano, 2017, pp. 77-94; see also Id., Il principe ‘come‘ arciere. La felicità pubblica secondo Bernardini Baldi, in: “Il ‘Barlume che vacilla'. La felicità nella letteratura italiana dal Quattro al Novecento”, Milano, 2016, pp. 37-56). “Nel dialogo morale, Arciero, la denominazione architettonica travalica l'accezione tecnica, acquisendo un significato filosofico e morale di ‘eccellente virtuoso, capace di congiungere e servirsi di varie arti per realizzare un fine'. La virtù ‘architettonica' è quindi attribuita ai nobili e ai capi militari (‘l'Arciero', ‘il Capitano'), ‘poiché sotto il fine di quella si raccolgono, et uniscono insieme tutti i fini di altre arti minori'. La virtù ‘architettonichissima' è sinonimo della ‘civile' o ‘politica', qualità essenziale del Principe, il quale affina le arti di governo così come l'artista perfeziona le proprie opere” (A. Siekiera, L'ingegno e la maniera di Bernardino Baldi, in: “Saggi di letteratura architettonica da Vitruvio a Winckelmann”, F.P. Di Teodoro, ed., 2009, p. 305).
Of great importance for the history of architecture and art is the following Descrittione del palazzo ducale di Urbino (pp. 503-573). The work was written during Baldi's stay in Rome in 1587. “Il testo sul Palazzo ducale fu scritto, come s'è detto, a Roma, per esplicita richiesta del ‘cardinal d'Aragona', che quasi sicuramente è da identificarsi con Innico d'Avalos, figlio del marchese del Vasto e di Maria d'Aragona, dal 1561 l'abate commendatario di Procida […] Mentre compone la Descrittione lontano da Urbino, il Baldi si serve soltanto della sua memoria per ‘ricostruire' l'intero edificio attraverso l'analisi del progetto e della messa in opera di elementi principali, come le strutture portanti e la disposizione degli ambienti, accentuando, con vividezza illustrativa, tutte le componenti di significativo linguaggio architettonico, come il cortile d'onore, la sala delle udienze, le soprallogge, lo scalone d'onore, la facciata ad ali e quella dei torricini. La misura costante del valore artistico è per lui l'architettura classica, studiata nei suoi principi nel trattato di Vitruvio e nei testi dei suoi interpreti, Alberti e Barbaro, e così pure indagata nelle opere edificate sia da antichi che da moderni” (A. Siekiera, Introduzione, in: Bernardino Baldi, “Descrittione del Palazzo Ducale di Urbino”, Alessandria, 2010, p. 12).
There follows a very original work, the Cento apologi, which is dedicated to the physician and man of letters at the court of Mantova, Giovanni Battista Cavallara. It is modelled on Leon Battista Alberti's Aesopian Apologi centum (1437), and Baldi substitutes in it talking animals with tools and machines which dialogue on the principles of the ars mechanica (cf. A.Siekiera, La défence des ‘artes mechanicae' et la poésie de Bernardino Baldi, in: “Colloque de Peyresq: La poésie scientifique de Lucrèce à nos jours”, Juin 2008, online: https://unimol.academia.edu/SiekieraAnna, and D. Marsh, Renaissance Fables: Leon Battista Alberti; Leonardo da Vinci; Bartolomeo Scala; Bernardino Baldi, Tempe, AZ, 2004, pp. 318ff).
The volume ends with La favola di Museo de gli amori di Leandro, et d'Ero tradotta dal greco (pp. 591-614). This is the first Italian translation of Musaeus's poem, written in 1585 and dedicated to Lavinia Feltria della Rovere (cf. M. Cerutti, Bernardino Baldi volgarizzatore di Museo, in: “Bernardino Baldi (1553-1616), studioso rinascimentale: poesia, storia, linguistica, meccanica, architettura”, E. Nenci, ed., Milano, 2005, pp. 81-93).
Bernardino Baldi was born at Urbino from a noble family originally from Perugia. He first studied medicine and later philosophy at Padua. In Urbino he devoted himself to mathematics under Federico Commandino and Guidobaldo del Monte. In 1580 he was invited to the court of Mantua by Ferrante Gonzaga, who in 1585 secured him the post of abbot of Guastalla. Baldi then took the orders, and thereafter gave much attention to ecclesiastical scholarship. He visited Rome and was made ‘Protonotarius Apostolicus'. In 1609 he resigned his abbacy to enter the service of the Duke of Urbino, Francesco Maria della Rovere, as historian and biographer, a post he held until his death. Baldi was also responsible for several public works in the duchy of Ferrara, including the Baccanello Bridge at Guastalla, and the Church of Santa Chiara at Urbino. Besides that, he was a poet and prose stylist of remarkable ability, a historian of architecture, an orientalist, and an expert in twelve languages, including Persian and Arabic. However, his most significant achievements were made in the field of mathematics and physics: his commentary on the Mechanica of Aristotle was the most important work of its kind to appear up to that time, and his Vite dei Matematici stands as the first large scale history of mathematics (cf. G. Zaccagnini, Bernardino Baldi nella vita e nelle opere, Pistoia, 1908, passim; see also P.L. Rose, The Italian Renaissance Mathematics, Genève, 1975, pp. 243-279; and A. Serrai, Bernardino Baldi. La vita, le opere, la biblioteca, Milano, 2002, pp. 17-158).
Edit 16, CNCE3966; Index Aureliensis, 111.860; Universal STC, no. 812021; A. Serrai, op. cit., pp. 73-77.
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