Clemens PP. XIV. Ad perpetuam rei memoriam. Dominus, ac Redemptor… Roma, 21 luglio 1773 [Datum Romae apud Sanctam Mariam Majorem sub annulo Piscator. die XXI. Julii MDCCLXXIII. Pontificatus nostri anno quinto]
Autore: CLEMENTE PP. XIV (Giovanni Vincenzo Antonio Ganganelli, 1705-1774)
Tipografo:
Dati tipografici: Roma, 1773
Soppressione e ripristino della Compagnia di Gesù
In 4to (mm. 245x180). Pp. 23, [1]. Segnatura: A8 B4. Stemma di Clemente XIV inciso in legno tra l'effigi dei Santi Pietro e Paolo. Iniziali ornate. Testo stampato su due colonne in latino ed in italiano. A c. B3r inizia il breve Clemens PP. XIV. Ad perpetuam rei memoriam. Gravissimis ex causis nuper Nos…, emanato il 13 agosto 1773 e firmato in calce A. Card. Nigronius. Lievi fioriture marginali, leggero alone nella parte inferiore dell'opera.
(legato con:)
PIO VII (Barnaba Niccolò Maria LuigiChiaramonti, 1742-1823). Sanctissimi in Christo Patris et Domini nostri Domini […] Pii Divina Providentia Papæ septimi Constitutio qua Societas Jesu in statum pristinum in Universo Orbe Catholico restituitur. Romae, apud Francisum, et Felicem Lazzarini, Florentiæ, Typis Regiæ Celsitudinis, 1814 [Datum Romae apud Sanctam Mariam Majorem Anno Incarnationis Dominicae Millesimo Octingentesimo Quartodecimo Septimo Idus Augusti Pontificatus Nostri Anno quintodecimo].
In 8vo (mm. 214x150). Pp. 8. Stemma xilografico di Pio VII al frontespizio. Bell'esemplare in barbe.
Le due bolle sono legati insieme entro una brossura colorata d'azzurro con titolo manoscritto al piatto anteriore e sono conservati in un astuccio in tela.
Si tratta di unadelle numerose edizioni apparse contemporaneamente in latino ed in diverse altre lingue della bolla di soppressione dell'Ordine dei Gesuiti datata 21 luglio 1773, seguita dal breve di conferma emanato il 13 agosto dello stesso anno, con il quale si dava esecuzione al documento precedente. Clemente XIV ordinò la soppressione della Compagnia di Gesù, istituita da Paolo III nel 1540, per ristabilire la “pace della Repubblica Cristiana”. Ai gesuiti infatti fu imputato di aver causato conflitti con gli altri ordini, con il clero secolare e con i governi di alcuni stati, di aver promosso inoltre riti non approvati dalla Chiesa e di aver propagandato massime scandalose.
Dapprima cacciata dai territori di Portogallo, Spagna, Francia, Napoli e dalle colonie del Sud e Centro America, nel 1773 le corti borboniche esercitarono una forte pressione su Clemente XIV tanto da indurlo, “per la pace della Chiesa”, a firmare il decreto “Dominus ac Redemptor” di soppressione dell'Ordine. Secondo la prassi del tempo, tuttavia il breve pontificio doveva essere ratificato dai sovrani di Stato: è così che la Compagnia sopravvisse in Prussia e in Russia.
Legata insieme si trova una ristampa fiorentina della prima edizione romana della celebre bolla del 7 agosto 1814, con la quale Pio VII provvedeva a ripristinare l'Ordine. Nella cappella della congregazione dei nobili a Roma, alla presenza di una grande folla, tra cui anche 150 gesuiti dei tempi della soppressione, Pio VII fece leggere la bolla “Sollicitudo omnium ecclesiarum”, con la quale la Compagnia fu ricostituita a tutti gli effetti. I gesuiti richiamati, a gruppi o da soli, tornano nelle terre da cui erano stato cacciati 70 anni prima e riaprono chiese e scuole. Il contesto europeo è decisamente cambiato. Anche la nuova Compagnia è diversa dalla precedente.
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