La secchia rapita poema eroicomico di Alessandro Tassoni patrizio modenese, colle dichiarazioni di Gaspare Salviani romano, s'aggiungono la prefazione, e le annotazioni di Giannandrea Barotti ferrarese; le varie lezioni de' testi a penna, e di molte edizioni; e la vita del poeta composta da Lodovico Antonio Muratori [...]
Autore: TASSONI, Alessandro (1565-1635)
Tipografo: Bartolomeo Soliani
Dati tipografici: Modena, 1744
ESEMPLARE DI LUSSO CON LE TAVOLE STAMPATE IN AZZURRO
In 4to (mm. 271x213). Pp. LX, 92, 489, [3: errata e legno a piena pagina raffigurante la Ghirlandina] con antiporta, ritratto dell'autore, 12 tavole poste all'inizio di ogni canto, 1 tavola ripiegata con il Carroccio, 2 carte geografiche ripiegate (Tavola geografica del Modenese e Tavola geografica del Padovano, e Romagna, entrambe di Domenico Vandelli), 1 tabella genealogica ripiegata ed 1 facsimile di scrittura del Tassoni. Le tavole sono incise in rame da F. Zucchi, A. Bolzoni, G. Cantarelli, G. Benedetti, B. Bonvicini ed A. Zuliani su disegni ed invenzioni di D.M. Fratta, F. Villani ed altri. Frontespizio stampato in rosso e nero. Pergamena rigida coeva con tassello e titolo in oro al dorso, taglio rosso picchiettato (lievi mancanze e spellature, tassello consunto). Al contropiatto “ex-libris Dinae Soli Muratori” che celebra il centenario della morte di Antonio Muratori (1750-1950); all'occhietto firma di possesso coeva “di me Pietro Gibertini”; al titolo firma di possesso cassata. Sporadiche fioriture, antico rinforzo al margine interno di numerose carte, tracce d'uso, strappi (in parte restaurati) alle tavole ripiegate senza perdita, nel complesso buon esemplare di questa tiratura di lusso recante tutte le tavole e le altri figure (inclusi alcuni capilettera, testatine e finalini) stampate in inchiostro turchino.
Celebre edizione figurata del poema tassoniano, corredata da splendide figure in rame e dagli apparati critici di Gaspare Salviani e Giovanni Andrea Barotti.
La prima edizione della Secchia stampata a Modena fu quella data da Antonio Capponi nel 1700. Data la sua scorrettezza, negli ambienti culturali cittadini, dominati dalla figura di L.A. Muratori e dal suo gusto celebrativo per le memorie patrie, si sentì l'esigenza di colmare questa mancanza, pubblicando un'edizione che fosse al contempo filologicamente corretta ed tipograficamente illustrata per rendere omaggio alla memoria del Tassoni. “In questa situazione le tre stampe di Bartolomeo Soliani, [quella in 24mo del 1743 e quelle in 4to ed in 8vo del 1744], costituirono un avvenimento editoriale di grande rilievo. Precedute da un lungo lavoro di preparazione, esse, infatti, colmarono una pressoché secolare lacuna e, rispondendo ad un'esigenza culturale, assolsero al duplice impegnativo compito di proporre un testo filologicamente curato – quello voluto da Urbano VIII – e di offrire, almeno due di esse, un'illustrazione di prim'ordine” (P. Puliatti, Bibliografia di Alessandro Tassoni, Firenze, 1969, p. 184).
Il testo fu curato dal Barotti (1701-1772), il quale utilizzò il testo riveduto della seconda edizione di Ronciglione del 1624, conforme ai dettami di Urbano VIII, confrontandolo con i manoscritti e le altre edizioni. Nella prefazione egli traccia una storia della composizione della Secchia, per primo indicando il 1614 come data postquem dell'inizio della composizione. Nelle note, infine, egli mette in evidenza allusioni a fatti e personaggi del tempo del poeta e introduce dotte osservazioni linguistiche, richiamandosi alle fonti del poema. Il testo da lui approntato fu utilizzato per tutte e tre le edizioni Soliani (cfr. D.B.I., VI, p. 486-487).
Vasto poema in dodici canti in ottave, La secchia rapita narra la guerra scoppiata tra Bologna e Modena in seguito al furto da parte dei Modenesi, chiamati Gemignani dal nome del loro santo protettore, di un secchio tarlato che appartiene ai Petroniani, ossia ai Bolognesi. L'Olimpo di Omero prende parte alla guerra, schierandosi chi con una parte, chi con l'altra. Ridicoli personaggi come lo spaccone Conte di Culagna e il vanaglorioso dongiovanni Cavalier Titta completano il quadro satirico del poema, che dileggia le secolari e spesso futili rivalità storiche delle città italiane.
Alessandro Tassoni nacque a Modena il 28 settembre 1565. Di nobile famiglia, ma rimasto orfano in giovane età, compì gli studi a Bologna, Ferrara e Pisa. Entrato al servizio del cardinale Ascanio Colonna nel 1599, Tassoni lo seguì in Spagna dal 1600 al 1603. Rientrato in Italia, abitò per lo più a Roma in qualità di ambasciatore di Carlo Emanuele I di Savoia, che lo scrittore reputava il più grande regnante italiano. Nel 1618 fu chiamato a Torino a svolgere le mansioni di segretario. Nel 1621 si ritirò dall'incarico di corte. Nel 1626 entrò al servizio del cardinale Ludovisi. Dal 1632 alla morte visse presso la corte modenese di Francesco I. Morì a Modena il 25 aprile del 1635. Temperamento violento e litigioso, Tassoni esordì con una raccolta di meditazioni critiche contro l'autorità di Aristotele e contro i suoi seguaci a favore dei moderni, intitolata Parte de quisiti (1608): dalla ristampa del 1612 l'opera prese il nome di Varietà di pensieri divisa in nove parti, cui fu aggiunta una decima parte sugli ingegni antichi e moderni a partire dall'edizione del 1620 intitolata Pensieri diversi. Nelle Considerazioni sopra le rime del Petrarca (1609) egli si oppose invece alla poesia d'imitazione in nome della novità e della creatività (cfr. P. Puliatti, Op. cit., pp. 162-191).
Puliatti, Op. cit., nr. 128. Gamba, nr. 2097.
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