Tre tomi in un volume in 8vo (mm. 199x130). Pp. [8], 274, [4]; pp. 299, [3]; pp. 270. Legatura coeva in mezza pelle, dorso con filetti e titolo in oro (spellature e mancanze agli angoli). Piccolo ritratto coevo (dell'autore?) di forma circolare e finemente colorato applicato al contropiatto anteriore. Fioriture sparse, ma buona copia.
Prima edizione, dedicata al viceré d'Italia, Eugenio Beauharnais, della celebre traduzione dell'Iliade di Vincenzo Monti, che per la sua diffusione rappresenta uno dei più grandi successi editoriali degli ultimi due secoli. Su di essa si formarono generazioni di studenti fino alla metà del Novecento, tanto che il testo omerico rimase a lungo inseparabile dalla versione in versi del Monti. La meraviglia di questo capolavoro deriva forse paradossalmente dal fatto che Monti, ignorando il greco, non si preoccupò più di tanto dell'aderenza al testo e lasciò libero corso alle sue fortunate amplificazioni e integrazioni (cfr. A.M. Balbi, La traduzione montiana dell'Iliade, Roma, 1962, passim).
Di questa prima edizione esiste una tiratura di circa trenta esemplari, stampata su carta forte in folio con caratteri di dimensioni più grandi. Scontento tuttavia della qualità della stampa, Monti si mise subito al lavoro per preparare una nuova edizione, riveduta e corretta, che vide la luce nel 1812 presso la Stamperia Reale di Milano.
Vincenzo Monti, originario di Alfonsine, ricevette la prima educazione presso il seminario di Faenza, quindi studiò diritto e medicina presso l'università di Ferrara. Ispirato dalle opere teatrali di Vittorio Alfieri, debuttò nel 1785 con la tragedia Aristodemo. Inizialmente oppositore delle idee rivoluzionarie, Monti divenne in seguito un sostenitore ed un collaboratore di Napoleone. Nominato professore di retorica all'università di Milano e poi di Pavia, nel 1805 divenne storico e poeta ufficiale del neonato Regno d'Italia. Dopo la sconfitta di Napoleone, Monti non si fece scrupoli nello schierarsi a fianco dell'imperatore d'Austria Francesco I e ne fu ricompensato conservando il ruolo di poeta di corte. Si spense a Milano il 13 ottobre 1828.
Catalogo unico, IT\ICCU\TO0E\005931; Biancardi, 317; Parenti, 355.
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