Bifolio (mm. 208x138) vergato solo al recto della prima carta. Su carta intestata dell'Accademia Modenese delle Belle Arti. Tracce di piegatura. Conservata la busta con l'indirizzo del destinatario a Modena, il francobollo affrancato e i timbri postali.
Nella lettera si discute di due dipinti del Malatesta, che evidentemente dovevano essere esposti ad una mostra. Si fa riferimento in particolare all' “Ezzelino”, ossia presumibilmente al quadro intitolato Ezzelino vinto dai popoli italiani presso il ponte a Cassano d'Adda, per il quale si raccomanda una luce particolare, e al “Cristo”, ossia con ogni probabilità il quadro intitolato Gesù crocifisso sul calvario, i cui proprietari non “hanno voluto che si muova” e sul quale ironizza: “anche al Cristo dipinto gli è toccato di andare da Erode a Pilato, e poi me lo hanno messo in croce”. Invita poi l'amico a dire al figlio Narciso che studi gli antichi. Lascia infine una raccomandazione per Remigio Lei affinché lo tenga aggiornato su quello che fa perché ne deve rendere conto al ministro.
Si offre insieme un disegno del Malatesta, forse uno studio preparatorio per un quadro, che raffigura tre figure maschili. Matita e carboncino bianco su cartoncino marrone.
Malatesta è stato un pittore e restauratore modenese. Formatosi a Firenze e Roma, nel 1833 ottenne una cattedra presso l'Accademia di Modena e nel 1839 ne venne nominato direttore. Nel 1860 divenne direttore delle Tre Accademie Emiliane, ruolo che mantenne sino al 1877, e presidente della Regia Commissione Emiliana per la tutela dei monumenti e delle opere d'arte.
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