Listino 3-2018 (L.A. Muratori)
LUDOVICO ANTONIO MURATORI (Vignola, 21 ottobre 1672 – Modena, 23 gennaio 1750), nato da una famiglia povera, dopo aver compiuto i primi studi a Modena, prese gli ordini e nel 1695 si trasferì a Milano in qualità di prefetto della Biblioteca Ambrosiana. Qui strinse importanti relazioni con ambienti diversi, frequentò le accademie e ne fondò una di erudizione ecclesiastica, che tuttavia ebbe vita breve. Richiamato a Modena dal duca Rinaldo I, fu nominato bibliotecario e archivista di corte. Senza mai essere un membro della corte, divenne l'intellettuale di fiducia del duca.
A Modena Muratori trovò la tranquillità necessaria al suo lavoro. Il Ducato godeva infatti di una sovranità mediata, che gli garantiva una certa autonomia nel sistema imperiale e che lo portò a maturare il proprio ghibellinismo e una forte identità italiana. La vita del Muratori a Modena si svolse tra un'esemplare attività sacerdotale presso la parrocchia di S. Maria della Pomposa (che si tradusse anche in scritti come Della carità cristiana, 1723 e Della regolata devozione dei cristiani, 1747) e la produzione scientifica, straordinaria per continuità, mole e metodo. Incaricato di sostenere le ragioni della Casa d'Este su Comacchio e sul ducato di Ferrara contro la Santa Sede, Muratori cominciò a dedicarsi allo studio della storia medievale, delle origini della costituzione dello Stato della Chiesa e della sua posizione giuridica di fronte all'Impero. Questo costituì il punto di partenza delle sue indagini storico-documentarie, nelle quali l'autore non venne mai meno ad un preciso impegno di verità, seguendo la tradizione dei padri maurini e di Bacchini. Le sue opere storiche, essenzialmente di carattere politico, forniscono una ricostruzione rigorosamente documentata di come andarono gli eventi, garantendo un'assoluta imparzialità di giudizio. Con la sua attività Muratori contribuì enormemente alla rivalutazione del medioevo. Per il suo rigoroso approccio filologico egli può essere considerato a giusto titolo come il padre della storiografia moderna.
Nei vent'anni compresi tra il 1723 e il 1751 Ludovico Antonio Muratori, seguendo l'invito degli amici come Apostolo Zeno, compendiò il frutto delle sue immense ricerche storiche e letterarie in oltre cinquanta ponderosi volumi divisi fra cinque grandi opere: i Rerum Italicarum Scriptores (1723-1738; monumentale raccolta di cronache e documenti storici di ogni genere, editi ed inediti), le Antiquitates Italicae Medii Aevi (1738-1743), il Novus Thesaurus Veterum Inscriptionum (1738-1743), gli Annali d'Italia dal principio dell'Era volgare sino all'anno 1500 (1744-1749; prima grande storia d'Italia) e le Dissertazione sopra le antichità italiane (1751).
Muratori fu al centro di una fitta rete epistolare, che lo mise in contatto con tutti i maggiori studiosi europei del tempo, ai quali commissionava ricerche e chiedeva consigli. In quegl'anni la Respublica literarum, ossia la comunità sovranazionale degli eruditi, nata nel Cinquecento intorno alla figura catalizzatrice di Erasmo da Rotterdam e sviluppatasi successivamente nelle accademie letterarie e scientifiche sorte in tutta Europa, stava raggiungendo l'apice della cooperazione attraverso gli scambi epistolari e, a partire dalla fine del Seicento, grazie al proliferare di giornali e periodici, prima che la filosofia illuministica e la progressiva specializzazione del sapere ne sancissero la fine. Muratori fu per lungo tempo al centro di questa fitte rete di scambi culturali.
Tali erano la fama e la stima di cui godeva che, per finanziare la stampa di alcune delle sue monumentali e costosissime opere, fu creata a Milano la Società Palatina, costituita da nobili milanesi con il favore di Carlo VI (cfr. T. Sorbelli, Bibliografia muratoriana, Modena, 1943; G. Falco-F. Forti, a cura di, Opere di Ludovico Antonio Muratori, Napoli-Milano, 1964; Dizionario Biografico degli Italiani, LXXVII, 2012, G. Imbruglia; www.centrostudimuratoriani.it).
OPERE: