In nomine Domini Anno a Nativitate eiusdem Millesimo Sexcentesimo vigesimo secundo Ind.one quinta die Iovis nono mensis Iunii. Manoscritto cartaceo in latino ed italiano. [Milano, 1622]

Autore: MILANO-FABBRICA DI S. FEDELE

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Mm. 274x187. Cc. 10 non numerate, di cui l'ultima bianca. Brossura coeva recante al contropiatto posteriore un timbro circolare di Girolamo Giussano e Bernardino Bellono, librai in piazza dei Mercanti, con una nota di difficile interpretazione e, al piatto posteriore, la nota coeva “1622 adì 9 del Mese di Giugno Inst.to di liberatione fa la fabrica di S.to Fedeli”. Firmato al verso di ogni pagina ed in fine, insieme al suo sigillo disegnato, dal notaio Joannes Baptista Baguttus. Piccolo foro centrale che attraversa tutto il documento. Tracce di piegatura verticale centrale. Nel complesso ottimamente conservato.

Interessante documento riguardante l'amministrazione della fabbrica della chiesa di S. Fedele a Milano, che contiene la “liberazione”, ossia la liberatoria, in virtù della quale Ottavia Figino, figlia del defunto tesoriere della fabbrica, Alessandro Figino, viene autorizzata a restituire tutti i libri contabili che erano in mano al padre. Una riunione dei delegati, avvenuta “nel luogo solito capitolare” il giorno 14 dicembre 1621, aveva stabilito che fossero nominati Federico Tornello come nuovo prefetto della fabbrica al posto di Giovanni Visconti e Giulio Cesare Barelli come nuovo tesoriere con l'incarico di fare i conti e ritirare i libri contabili dagli eredi del defunto Alessandro Figino. Seguono numerose pagine con l'elenco dei “danari riscossi” dal Figino tra il 4 agosto 1616 e all'8 febbraio 1621, al termine del quale dalla differenza fra denari incassati (24.603) e denari spesi (24.557) risulta un debito del Figino di quarantasei lire.

La chiesa di San Fedele fu fatta costruire per i Gesuiti su disposizione di San Carlo Borromeo, che affidò l'incarico all'architetto Pellegrino Tibaldi nel 1569. Gran parte del progetto fu completato nel 1579, anno della sua consacrazione, ma varie parti dell'edificio vennero portate avanti successivamente da altri architetti, quali Martino Bassi, subentrato al Tibaldi nel 1586, e Francesco Maria Richini (1629). Per la sua fedele aderenza alle Instructiones di San Carlo Borromeo, San Fedele rappresenta il modello di riferimento principale per l'architettura sacra controriformistica (cfr. S. della Torre-R. Schofield, Pellegrino Tibaldi architetto e il S. Fedele di Milano: invenzione e costruzione di una chiesa esemplare, Como, 1994).


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