Memorie storico-cronologiche dei Teatri di Modena di Alessandro Gandini. Parte prima [-seconda]. 1866. Manoscritto autografo su carta. [Modena, ca. 1866-1871]

Autore: GANDINI, Alessandro (1807-1871)

Tipografo:

Dati tipografici:


Due volumi di mm. 305x204. Vol. I: i carta di guardia + pp. [2: titolo], 338 + iii carte di guardia; Vol. II: i carta di guardia + [2: titolo], 1-113, [1 bianca], 114, [1 bianca], 115-116, [2], 1-30, [2], 1-20, 24, [2], 31-32, [1 bianca], 1-20, 24-27, [14] + i carta di guardia. Numerazione a matita originale con salti di numerazione ed incongruenze nel secondo volume. Nei due tomi sono inseriti 84 documenti tra volantini, pamphlet, bandi ed annunci teatrali a stampa ed una pianta manoscritta. Legatura coeva in mezza pergamena, piatti ricoperti in carta marmorizzata, dorsi muti (lievi mancanze e minime abrasioni). Leggere fioriture ed ingialliture sparse, ma ottimo stato di conservazione.

Contenuti:

Vol. I:

  1. Ai miei lettori
  2. Primi spettacoli teatrali in Modena
  3. Palazzo Ducale di Piazza o Ducale Teatro Grande detto volgarmente della Spelta
  4. Teatro Molza
  5. Teatro Comunale Vecchio in Via Emilia

Vol. II:

  1. Teatro di Corte detto anche Teatro Ducale
  2. Teatro di San Rocco
  3. Teatro del Collegio di S. Carlo
  4. Teatro di dilettanti (Abbati-Marescotti, Favini, Govi)
  5. Teatro Scozzetti
  6. Teatro della Società Filodrammatica
  7. Arena Goldoni

Alla fine del secondo volume una nota avverte: “Segue una terza parte che riguarda il Nuovo Teatro Comunale”. Questa parte, qui non presente, nell'edizione a stampa apparsa a Modena in tre volumi per i tipi della Tipografia Sociale nel 1873 con il titolo Cronistoria dei teatri di Modena dal 1539 al 1871 del maestro Alessandro Gandini; arricchita di interessanti notizie e continuata sino al presente da Luigi Francesco Valdrighi e Giorgio Ferrari-Moreni, si trova alla fine del secondo volume (cap. IX, pp. 253-601). Questa non è l'unica differenza di divisione dei capitoli tra la copia manoscritta e l'edizione a stampa.

Si tratta in sostanza del manoscritto autografo di Alessandro Gandini che fu utilizzato da L.F. Valdrighi e G. Ferrari-Moreni per la stampa postuma dell'opera, corredato dalle aggiunte e dalle note dei due curatori, come ricorda un passaggio a p. 128 del secondo volume dell'edizione a stampa: “Qui il maestro Gandini termina di parlare intorno a questa emerita Società, e solo unisce al suo manoscritto alcuni stampati relativi alla medesima. Colla scorta di questi, del Foglio di Modena di quel tempo, e di qualche altro documento […] possiamo dare più ampie notizie in proposito”.

Il confronto tra il manoscritto e la stampa dimostra che quest'ultima segue fedelmente il primo, omettendo tutti i passaggi cancellati dall'autore nell'autografo e inserendo correzioni e note dello stesso. Alcuni passaggi differiscono sensibilmente per le aggiunte dei due curatori e per la loro scelta, in taluni casi, di non riportare integralmente i documenti allegati al manoscritto, ma di fornire solo un sunto del contenuto. Manca quindi quello che per Gandini era il terzo volume contenente la storia del Nuovo Teatro Comunale, ossia quello attuale, presumibilmente andato disperso durante le operazioni di stampa.

Alessandro Gandini nacque a Modena nel 1807. Il padre Antonio era musicista di corte, mentre la madre era una delle dame di compagnia della duchessa Maria Beatrice. A vent'anni compose l'opera seria Demetrio, su testo di P. Metastasio, che fu messa in scena con buon successo nel 1828 nel Teatro Ducale modenese. Successivamente compose anche le opere Zaira (1829), Isabella di Lara (1830), Maria di Brabante (1833) e Adelaide di Borgogna al Castello di Canossa, melodramma serio su testo di Carlo Malmusi, che nel 1841 inaugurò il Nuovo Teatro Comunale sito in corso Canalgrande (l'odierno Teatro comunale Luciano Pavarotti e Mirella Freni). Nel 1842, alla morte del padre che aveva tenuto quella carica prima di lui, fu nominato direttore musicale e di cappella. Nel 1843 diresse a Modena lo “Stabat Mater” di Gioacchino Rossini, che gli valse la nomina alla presidenza della Società filarmonica. Dopo l'unità d'Italia, su incarico dalla Società operaia di Modena, Gandini compose la musica del coro Gli artigiani alla caccia, rappresentato nel 1866 al Teatro Aliprandi. Prima di morire, nel 1871, donò molti spartiti musicali alla Biblioteca Estense Universitaria di Modena.

La sua storia dei teatri modenesi, riproposta in anastatica da Forni nel 1969, rimane un'indispensabile fonte tutt'ora consultata.


[13290]